Un’ aula di liceo al mattino, venti minuti prima dell’inizio delle lezioni. Una professoressa che, anziché entrare in classe, sta per andare via, togliere il disturbo. Uno studente arrivato in anticipo che la sorprende. Venti minuti che si dilatano nel tempo reale dello spettacolo e nei quali accade di tutto: irrompono Don Milani e Gianni Rodari, si costruiscono pollai, s’indossano ali inadatte a volare e, soprattutto, si stabilisce una comunicazione tra studente e insegnante e si pongono domande: Voglio studiare? Voglio frequentare un liceo? Posso ancora insegnare? Dove sta la mia felicità?
Togliamo il Disturbo è un adattamento dell’omonimo successo editoriale di Paola Mastrocola. Un libro che in quattro settimane dall’uscita ha contato quattro edizioni e 90.000 copie vendute.
L’argomento è la scuola italiana, ma, più in generale, la ricerca individuale della felicità. L’autrice pone l’accento sulla libertà di non studiare. Chiede ai giovani che “scelgano loro, in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione, sociale e soprattutto familiare. [...] Che si riprendano la libertà di scegliere se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da almeno quarant’anni ci governano e ci opprimono”.
Una provocazione affascinante. Come le immagini ricorrenti nei libri di Mastrocola. Belle e struggenti, dalle quali ci siamo lasciati ispirare. Quelle che hanno a che fare con il volo o la difficoltà di prendere il volo, ad esempio. O quelle che rimandano allo stupore che proviamo quando ciò che ha una dimensione ideale si realizza davvero sotto i nostri occhi. Ideale e reale ci sembrano piani continuamente in dialogo nei libri di Mastrocola. Così, al quadretto esclusivamente realistico di vita di classe, abbiamo preferito una situazione immaginaria, sviluppando incontri impossibili e il sogno di un dialogo autentico tra un giovane studente e un’adulta insegnante.
Tratto da "Togliamo il disturbo" di Paola Mastrocola © 2011 Ugo Guanda Editore S.p.A.