Una narratrice fuori dal tempo rievoca i resoconti di Marco Polo alla corte di Kublai Kan e il dialogo schietto tra il giovane veneziano e l’imperatore. Sono racconti di città invisibili perché sognate o perché distrutte o mai esistite. Kublai crede a tutto quel che dice Marco Polo? Non è detto, ma continua ad ascoltare. E noi crediamo ancora che parole luminose possano rivelarci quanto buio abbiamo intorno? Accettiamo la sfida dell’immaginazione? Siamo disposti ad affidarci ai racconti di città incredibili per capire e custodire quelle reali?
Ha scambiato tante di quelle merci e storie nei caravanserragli del mondo che non teme i potenti e sa misurare quanto senso di vuoto, quanta cenere e quanta infelicità circondino l’uomo che impera.
L’intreccio serrato tra testo e musica originale conferisce carattere multidisciplinare al lavoro; la parte musicale è costituita da una serie di miniature di composizioni e sonorizzazioni, realizzate dal vivo in formazione chitarra e voce, attraverso l'uso di loop station e effetti. Da una città all'altra si viaggia tra musica antica e improvvisazione, folk tradizionale e minimalismo, il tutto al servizio del testo recitato e interpretato con gusto contemporaneo.
Progetto triennale: A volte, è vero, dico le bugie, attività realizzata con il contributo del Comune di Milano.